A partire dal contributo dei suoi membri,
FERSI (Forum of European Road Safety Research Institutes) ha realizzato un rapporto sullo status giuridico, l'utilizzo e la sicurezza dei
monopattini elettrici in
18 Paesi europei.
Il
Forum degli Istituti europei di ricerca sulla sicurezza stradale (FERSI) è un'organizzazione senza scopo di lucro che mette in connessione le organizzazioni europee che fanno
ricerca in materia di
sicurezza stradale. Tutti i membri FERSI hanno un mandato governativo per svolgere ricerche pre-normative sulla sicurezza stradale e sono il principale interlocutore dei governi. Analizzano gli sviluppi della sicurezza stradale, impostano soluzioni da tradurre in legislazione e linee guida e valutano l'implementazione delle soluzioni. Per l'Italia, il membro FERSI è il
CTL – Centro di ricerca per il trasporto e la logistica dell'Università Sapienza di Roma.
A settembre 2020, FERSI ha pubblicato un report che compara la situazione in 18 Paesi europei in materia di monopattini elettrici, con l'obiettivo di far emergere le differenze in termini di
status giuridico del mezzo,
diffusione nell'utilizzo e
sicurezza.
La maggior parte dei membri ha affermato che i monopattini elettrici sono equiparati alle biciclette nel proprio Paese. Nella Repubblica Ceca i monopattini appartengono alla stessa categoria delle e-bike. In alcuni Paesi la categoria dipende dalla
velocità o dalla
potenza massima. In Finlandia, ad esempio, il monopattino è equiparato al pedone se non viaggia a una velocità superiore ai 15 km/h; altrimenti è classificato come una bicicletta.
In circa la metà dei Paesi analizzati (8/15) esiste un
limite di età per l'utilizzo di un monopattino elettrico. In Austria, una persona è autorizzata a utilizzare questo mezzo dall'età di 12 anni o dopo aver superato l'esame della bicicletta che generalmente si fa a circa 9 o 10 anni. In Germania si può utilizzare a partire dai 14 anni. In Svizzera è possibile guidare un monopattino dai 14/15 anni se si è in possesso di una patente per ciclomotore, dai 16 anni non è richiesta la patente. In Danimarca è necessario avere 15 anni oppure essere sotto la supervisione di un adulto e nelle aree giochi.
In Italia il limite di età è di 18 anni, o meno se si ha una patente per ciclomotori. In tutti i Paesi, ad eccezione dell'Ungheria, esiste un
limite di velocità massimo generale per i monopattini che si attesta tra i 20 e i 25 km/h.
In quasi tutti i Paesi i monopattini elettrici devono muoversi sulle
ciclabili, se disponibili. Se non disponibili si prevede che utilizzino la
corsia stradale in Austria, Francia (se il limite di velocità per quel tratto non è superiore ai 50 km/h), Germania, Portogallo, Svezia e Svizzera.
In Italia, gli utenti possono utilizzare sia la pista ciclabile che la corsia stradale a patto che questa si trovi in una zona con limite di velocità di 30 km/h.
Solo in Germania, i monopattini elettrici devono avere una
targa.
In due terzi dei Paesi (10/15) chi va sul monopattino non è obbligato a utilizzare il
casco. In Austria, Repubblica Ceca, Francia e Svezia è obbligatorio per i più giovani.
Il livello di applicazione della normativa vigente sembra variare ampiamente tra i Paesi.
In Ungheria e in Italia c'è una quasi totale assenza di applicazione delle norme. In Austria, Germania e Spagna c'è un'applicazione regolare. Negli altri Paesi, l'applicazione risulterebbe poco frequente.
In nessuno dei Paesi il
numero di monopattini in circolazione è registrato formalmente, neanche quello del parco mezzi dei servizi di
sharing. Alcuni Paesi (7/18) dispongono di stime numeriche, a livello nazionale o locale, altri non hanno alcuna informazione a riguardo (11/18). L'Italia è tra questi.
Per quanto riguarda il target del mezzo, la metà dei Paesi dichiara che gli
Young Adults (tra i 12 e i 18 anni) sono i principali utilizzatori di questo mezzo, l'altra metà non ha informazioni sufficientemente precise a riguardo.
Alla domanda se i monopattini elettrici stiano in qualche modo
sostituendo altre forme di mobilità, gli intervistati dichiarano che nei loro Paesi vengono utilizzati principalmente per sostituire gli spostamenti a piedi (anche per tratti che richiederebbero appena 10 minuti di camminata) e con i mezzi pubblici.
In Italia si evidenzia l'utilizzo del monopattino come alternativo alla bicicletta e in Belgio anche al ciclomotore.
Nella maggior parte dei Paesi (11/18) gli
incidenti stradali che coinvolgono monopattini non rientrano nelle statistiche ufficiali sull'incidentalità stradale. Tuttavia in Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Francia, Spagna e Svizzera lo saranno a partire dai dati del 2020.
In quasi tutti i Paesi, il
parcheggio "selvaggio" di questi mezzi negli spazi pubblici è visto principalmente come un
problema di sicurezza per i pedoni, per i più anziani, per i non vedenti e per le persone con disabilità. Solo nei
Paesi Bassi la sosta dei monopattini non è affatto vista come un problema, grazie alla buona disciplina degli utilizzatori.